Un’intervista ai protagonisti dello spettacolo di Euritmia “Albolina”
Com’è nata la vostra compagnia, che storia ha e come mai si chiama Dedae e cosa significa?
La compagnia è nata nel 2021 in Olanda, su impulso da parte della comunità antroposofica, di
creare un gruppo di palcoscenico per l’euritmia, specialmente costituito da giovani. Il che mancava
in Olanda.
Si sono rivolti all’euritmista Gia van den Akker, la quale ha contattato giovani euritmisti per
proporre loro di fare parte del progetto pionieristico.
Il nome DeDae significa Dutch Eurythmy Dance Ensemble. Abbiamo scelto questo nome perché ci
rappresenta bene ed è dinamico. Ci piaceva avere la parola Dance nel nostro nome per essere
accessibili anche ad un pubblico che non conosce l’euritmia.
Ci piacerebbe raccontare ai nostri ragazzi di settima e ottava le storie formative di voi attori,
musicisti e tecnici che avete creato questo spettacolo: da dove venite? che scuole avete
frequentato (qualcuno di voi ha fatto la scuola steiner)? riuscite a vivere col lavoro della
compagnia oppure fate altri lavori?
Per finire una domanda sull’euritmia anche questa diretta ai nostri ragazzi che spesso si
lamentano della fatica e della difficoltà che comporta questa disciplina: voi perchè fate euritmia?
qual’è il segreto dell’euritmia?
Gia van den Akker, euritmista, direttrice artistica di DeDae
L’euritmia è così grande e ricca come lo è l’uomo. Spero che le formazioni comprendano che
l’euritmia per i ragazzi OGGI si deve trasformare, dialogare con i bisogni e le domande del nostro
tempo. L’umorismo non deve mancare, ma anche la creatività!
In Olanda, faccio parte di un network della formazione per l’arte nazionale in cui anche altre
discipline di movimento sono rappresentate. Osservo i loro diversi metodi di insegnamento. Sono
molto stimolanti e sono spesso basati sul “creare insieme ai giovani”. Magari ci vogliono più
euritmisti capaci di creare situazioni in cui i ragazzi possano creare autonomamente a partire dalla
poesia o dalla musica. L’euritmia potrebbe essere la cosa più bella nella scuola.
Veniamo tutti da orizzonti diversi:
Tatjana Rudenko, euritmista, permanent member of DeDae:
Ciao, mi chiamo Tanja e vengo dall’Estonia. In Estonia, ho frequentato il “Tallinna Juhkentali
Gymnasium”, una scuola che curava molto l’educazione artistica ma non ad indirizzo Steineriano.
Da quando ricordo me stessa, ho avuto un’affinità con la danza e il movimento e quando ho
scoperto l’euritmia ad Oslo, ho fatto un atto di fede e lì ho iniziato la mia formazione. Ho
conseguito la laurea in Euritmia presso “Alanus Hochschule fur Kunst und Geselschaft”.
Faccio euritmia perché non riesco ad immaginare la vita senza il movimento, ma anche per
connettermi con me stessa e con il mondo che mi circonda. Adoro il fatto che ci siano così tanti
strati nell’euritmia e che si colleghi alla musica, alla poesia, alla conoscenza dell’uomo e del cosmo.
Maria Breg, studentessa di secondo anno in euritmia, tironcinante:
Mi chiamo Maria e vengo dall’Olanda. Da bambina e anche da adolescente, sono andata alla
scuola Steineriana a Enschede e a Zutphen. Dopo di che, ho studiato storia, belle arti e educazione
ma volevo sempre ballare e quindi ho finito per studiare l’euritmia!
Marthy Heker, euritmista, membro permanente in DeDae:
Ciao, sono Marthy, ho 31 anni e ero, tra le altre cose, il padre e il gufo nello spettacolo di Albolina.
Sono nato e cresciuto in Olanda. Dopo aver studiato nelle scuole steineriane, ho cominciato a
lavorare e a viaggiare in Tailandia e in India. Lì, ho scoperto che volevo studiare euritmia perché ho
scoperto che chi muove se stesso, muove anche gli altri e il mondo attorno a sè. Dopo aver
studiato nella formazione “Teacher Dance/Eurythmy” presso Hogeschool Leiden in Olanda, ho
studiato euritmia a Alfter in Germania e ho danzato per un anno nel Marchenensemble di Stuttgart
e con quello spettacolo abbiamo realizzato 133 repliche in tutto il mondo.
Dopo qualche anno di creazione, di esecuzione di spettacoli e di progetti indipendenti come artista,
sono giunto a DeDae. Sono adesso piu di due anni che facciamo spettacoli e workshops per giovani
e adulti. Adesso sono anche insegnante nella formazione di euritmia di Leiden, là dove l’euritmia
cominciò per me.
Lì posso inspirare altre persone allo stesso modo in cui io sono stato inspirato. La cosa più
importante che ho imparato è la conoscenza di sé e come imparare ad esprimerla e porre
domande per contribuire a un mondo più bello.
Mia Kogelman, clarinetista nello spettacolo di Albolina:
Ciao! Mi chiamo Mia e sono Olandese. Non ho fatto le scuole Waldorf. Ho studiato Clarinetto
Classico presso il conservatorio dell’Aia, in Olanda dove ho conseguito sia il bachelor che il master.
Un caro saluto a tutti!
Marie-Pierre Murigneux, euritmista, menbro permanente di DeDae
Mi chiamo Marie-Pierre, ho 31 anni, sono francese e vivo in Olanda. Da bambina, non ho studiato
nelle scuole Waldorf ma facevo euritmia come attività a parte nel paesino dove vivevo.
Successivamente, ho studiato euritmia all’ Accademia di Euritmia di Venezia, EUVE.
Amo fare euritmia perché mi piace muovermi con la musica e con le parole. Grazie all’euritmia, ho
scoperto quanto io possa muovere il mio corpo ma anche i sentimenti e i pensieri. Per me, fare
euritmia è molto affascinante perché mi dà l’opportunità di scandagliare nei recessi del mio essere
e di ricongiungermi con l’essenza di ciò che è umano. È una ricerca artistica per la vita. Tutto ciò in
un movimento che è vivo e che porta tanta allegria, soprattutto quando viene condivisa con gli
altri!
Juliette Reijnen, euritmista, membro permanente di DeDae
Sono Juliette, vengo d’un piccolo villaggio nel sud dell’Olanda. Non sono cresciuta in un ambiente
Wladorf e non ho fatto euritmia a Scuola. Invece, ho praticato diverse forme di danza come la
danza classica e la danza moderna.
Adesso, faccio euritmia perché permette una connessione con il mondo spirituale che non avevo
mai sperimentato in altre danze. Quando fai euritmia con un gruppo, ci sono forti ed immediate
connessioni sociali che si sviluppano. Per me, è un dono che si possa imparare una storia, un
poema, una musica in una coreografia e che allo stesso momento si possa imparare a sentirsi gli
uni con gli altri, imparare a lavorare insieme e a connettersi con se stessi. Quando fai euritmia,
impari per la vita e questo è magico!
Marco Cont, attore narratore, pedagogo
Vivo in un paese vicino Roma, faccio teatro ormai da 24 anni. Ho studiato recitazione a Roma con
diversi maestri per circa 10 anni. Parte della mia formazione si è svolta tra Roma e
Dornach (Svizzera) dove ho conosciuto l’antroposofia. Durante questo periodo di formazione ho
anche preso parte a diversi spettacoli, frequentato l’università e mi sono da subito interessato
all’insegnamento per i bambini. Negli anni sono venuto a conoscenza anche delle scuole Waldorf e
della pedagogia che le caratterizza e così ho portato avanti queste due nature: una più artistica,
l’altra più pedagogica. Ad oggi i miei progetti hanno sempre un centro, un cuore che li nutre e li
orienta che è l’arte e nel mio caso l’arte della recitazione. Questo mi permette di muovermi verso
tante altre prospettive che mi piace approfondire. Dall’organizzazione di eventi, alla formazione per
adulti, bambini, ragazzi, fino agli spettacoli teatrali o di euritmia.
Passiamo a questo spettacolo Albolina che ci è piaciuto tantissimo…com’è nato? di chi è
l’idea? come mai dall’Olanda qualcuno si è interessato ad una leggenda poco conosciuta delle
dolomiti?
quanto tempo ci avete messo per metterlo in scena? quante prove? quanto studio? ci hanno
impressionato tanto anche i costumi e la musica…chi li ha fatti?
Prima fase, 2012/2013:
Il progetto „Albolina“ è nato nel 2012. Io, Gia avevo conosciuto la storia di Albolina da 1991. Un
collega euritmista ha portato la storia di un libero tedesco con tante storie dei Dolomiti.
Ma nel 1991 non abbiamo lavorato questa storia perché il capo dell’ensemble preferiva una fiaba
dei fratelli Grimm e cosi la storia ha „aspettato“ quasi 20 anni per essere messa in scena.
Ecco una descrizione del progetto del 2012/13 che aveva per titolo: „La nostra madre terra,
progetto d‘euritmia e arte sociale 2013“:
Il progetto che abbiamo realizzato ha per tema la natura, il nostro amore, le nostre preoccupazioni
e la nostra responsabilità per essa. Questo tema cosi centrale nella società di oggi ha portato
l’impulso di creare un opera artistica sociale, in cui prendano parte scolari, maestre, genitori ed
euritmisti. L’idea era di collaborare insieme a tre scuole nel nord Italia. Una parte era dedicata alla
preparazione dell’evento, un altra parte alla presentazione del progetto, la quale si svolse nel corso
di un fine settimana. Eranno organizzati gruppi di lavoro sulla percezione e pittura/disegno degli
alberi, workshop di euritmia sui quattro elementi della natura (terra, acqua, aria, fuoco), una
discussione aperta con specialisti /professionisti sul tema protezione della natura, consumo di
energia e spettacolo finale realizzato dai professionisti e dagli scolari insieme.
L’idea era di lavorare insieme e di creare una collaborazione tra diverse generazioni:
euritmisti giovani e euritmisti-artisti esperti con ragazzi, artisti e genitori.
Attraverso lo scambio di competenze e di ispirazione volevamo creare interesse e aprire spazi per
l’iniziativa personale. Questo incontro ha incentivato forze costruttive ed ha alimentato fiducia.
Lo spettacolo di euritmia ha creato dei legami con la comunità e ha portato un contributo alla
cultura.
Nel 2012/13 abbiamo lavorato alcuni weekend e 2 settimane intere.
Seconda fase: 2022-23-24
Nel 2022 abbiamo messo in scena Albolina in Olandese in 3 settimane. Era un progetto sociale
anche lì perche abbiamo coinvolto gli studenti della formazione di euritmia(Hogeschool Leiden).
Eravamo 13 persone in scena.
Dopo di che, abbiamo lavorato ad una versione per i 6 euritmisti di DeDae solamente.
Nel 2013, costumi sono stati creati da Katja Nestle e realizzati insieme ai genitori.
Nella versione di DeDae, Marie Pierre ha creato nuovi costumi per il padre, per Albolina, i gufi e ha
anche realizzato la scenografia ispirata da quella del 2013.
La musica originale è stata composta da Simone Fontanelli un compositore di Milano/Salisburgo.
Il tema ambientale sembra centrale in questa storia, Albolina sembra volere sfruttare la natura
per diventare più bella senza considerare le conseguenze del suo comportamento, un po come
noi del mondo occidentale contemporaneo…c’è chi dice che di questo passo ci estingueremo: voi
cosa ne pensate?
L’incontro dell’uomo con la natura è un tema essenziale e sempre attuale. Vogliamo elaborare
questa tematica in forma artistica e attraverso la creatività risvegliare la coscienza.
Siamo veramente convinti dell’importanza del creare conoscenza attorno allo sfruttamento della
terra e del nostro pianeta. Pensiamo che ognuno di noi deve cambiare nella propria attitudine, nel
mostrare più amore per la terra, ma anche nel prendere maggiori responsabilità nella vita. Per
esempio, scegliendo meglio i prodotti che compriamo e che mangiamo, vivere in modo più
sostenibile.
Com’è andata la tourneè italiana, cosa vi portate a casa da questa esperienza? la rifarete? che
programmi avete per il futuro?
Il tour in Italia è stato un esperienza unica. Prima di tutto, siamo stati immersi nella lingua della
fiaba: l’Italiano. Abbiamo trovato che l’italiano è una lingua ricca di sottigliezze e sfumature ma allo
stesso tempo espressiva e molto aperta. Per un euritmista, questo fa tanta differenza nel
movimento. Poi, Marco il nostro artista della parola ha saputo usare la lingua in modo che tutti
potessero comprenderla, abbracciarla. Ed è stato un vero piacere per tutti.
Oltre all’apprezzamento della lingua, il tour in Italia è stato speciale perché ci ha unito come
gruppo. Andare nei posti con il furgoncino, dormire e condividere il cibo insieme. Era la prima volta
che facevamo un tour continuo cosi lungo. Ma il più bello di tutto è stato l’incontro con il pubblico
di bambini, e con le persone. Con le realtà che hanno organizzato gli spettacoli, le scuole, le
persone che ci hanno ospitati. Abbiamo sentito forti legami sociali crearsi e questo grazie
all’apertura e alla gentilezza delle persone che abbiamo incontrato e anche grazie all’arte che ha
questo potere di unire le persone.
Siano anche stati molto contenti di vedere l’impatto dello spettacolo nel pubblico. Ci sono stati bei
momenti di ascolto silenzioso, tensione e risate.
Le idee per il futuro sono tante, pian piano lavoreremmo per concretizzarle. Nel futuro prossimo
porteremmo in Olanda una fiaba che si chiama “Erik e il piccolo libro degli insetti” e un programma
per adulti e adolescenti sul tema della terra “Aardedans”, la danza per la terra letteralmente, dove
vogliamo esprimere gratitudine e meraviglia nel confronti della Terra.
Più avanti, ci piacerebbe senz’altro riproporre un tour in Italia perché l’esperienza è stata
meravigliosa!
Per ulteriori info scrivere a segreteria@steinervarese.org
Tel. 0332 285887 dalle 9:00 alle 12.30
Scuola Steiner Varese
Via Carletto Ferrari 1
20145 Gazzada Schianno (VA)
Tel. 0332 285 887