A termine del calendario annuale, la nostra scuola si è data appuntamento presso l’elegante sede del Teatro dell’Agorà di Carnago. Presenti, in gran parte, i bambini, le famiglie e i maestri dell’asilo e delle classi scolastiche. E, naturalmente, presenti Elisabetta, Rodolfo e Lucia, fondatori e figure storiche.
Insieme, per dare vita ed assistere al saggio di fine anno.
Apre il sipario il maestro che a Varese ha accompagnato il primo intero ciclo di scuola, dalla prima all’ottava classe, il caro Maurizio Mora, segnando cosi l’alveo di un fiume che diverrà sempre più ampio e rigoglioso.
Il coro dei piccoli ha portato un momento di lietezza e la cura della maestra di musica, Marta Bonomi, si è potuta cogliere in ogni nota e coloritura vocale.
Lo spettacolo è proseguito con estratti delle recite di diverse classi e i bambini trasformati per qualche minuto in animali o in figure mitologiche, a seconda dei testi approfonditi durante l’anno.
Il dono dell’Euritmia, portato a scuola dalla maestra Maria Teresa Radaelli, ha trovato piena manifestazione nello spettacolo di ottava classe.
E poi giunge la voce argentea di Adele (VIII classe) che, accordata a quella soave di maestra Marta, sulle note di Elisa, ha colmato il teatro di elevata commozione.
L’emozione prosegue con il brano pop interpretato dalle classi sesta, settima, ottava, che spalanca una finestra accattivante sulle successive preziose parole dei maestri. Fino al gesto dei bambini di prima verso i loro compagni “uscenti”: è solo un pensierino ma donato con tutta l’ammirazione che solo i piccoli sanno avere verso coloro che sono stati davanti ai loro teneri passi e occhietti curiosi.
Ed ecco, questa volta è toccato al pubblico! Incantato da bellezza, dedizione, impegno, e leggerezza dispiegati per l’intera mattinata sul palcoscenico, a questo punto, si lascia andare in applausi a mani colme, con la sensazione che l’apice però dovesse ancora arrivare.
Una celebrazione degna del proprio nome, si merita un buffet ricco e generoso. Ed è proprio cosi che è stato, per merito dell’Associazione dei Genitori. Nell’atrio del teatro, tavoli imbanditi con piatti di ogni tipo, dolci e caffè adornati da grandi boquet di margherite e papaveri (che già da soli facevano festa), sono stati presto circondati da maestri, mamme, zii, papà, nonni e naturalmente bambini, per darsi l’abbraccio di fine scuola e condividere progetti lasciati e altri che nasceranno.
Tre ore di degustazione, conversazione accorata, libero gioco (il pallone ha regnato sovrano nei campetti del cortile e non solo per i bambini!) in attesa del grande finale, alle ore 15.00 con “L’importanza di chiamarsi Franco” dell’ VIII classe.
Cosa dire di una recita che è stata la chiara espressione di un percorso scolastico nato in prima classe, cosi delicato e piccolo, come un chicco di grano? Cosa dire di una messa in scena del testo di Wilde sulla verità, che è riuscito a bucare “la quarta parete”, ovvero il cuore del pubblico? Cosa dire di un lavoro comprensivo di tutte le tappe che un bambino porta dentro di sé fino ad arrivare al ragazzo che si affaccia sul mondo?
L’unica cosa che si può dire è: un cerchio che si chiude; un circolo, che nella sua perfezione, porta con sé un nuovo inizio.